Padre, c’è una cosa che mi incuriosisce. C’è l’usanza durante la preghiera dei fedeli di farla leggere dai banchi dei fedeli con il risultato che spesso non si comprende quanto viene detto. Che senso ha una cosa del genere? Perché la preghiera dei fedeli non viene letta da un luogo liturgico adeguato? (Un fedele con problemi d’udito)
La risposta richiede una previa chiarificazione sul significato della locuzione Preghiera dei fedeli. In realtà tale locuzione trae in inganno, in quanto la cosiddetta preghiera dei fedeli tende ad essere intesa come pertinenza esclusiva dei fedeli laici, rispetto al sacerdote o ai ministri sacri. Sembra insomma una rivalsa dei diritti dei laici nei confronti del clero.
L’origine storica della locuzione si comprende nella relazione tra i fedeli (battezzati) e i catecumeni (in attesa del battesimo) all’interno dell’assemblea liturgica. L’esercizio del sacerdozio comune richiede il carattere battesimale e crismale, che soltanto i fedeli hanno ricevuto, mentre i catecumeni ancora ne sono ancora privi. Per questo, dopo la liturgia della Parola (detta non a caso anche liturgia dei catecumeni), i catecumeni venivano congedati per consentire ai soli fedeli (battezzati), sia l’oblazione della preghiera (Oratio fidelium), sia la presentazione delle offerte sacrificali Si parla quindi di Preghiera dei fedeli in quanto distinta da quella dei catecumeni, che, ora sono congedati in attesa della loro Iniziazione cristiana, ma che, diventati neofiti, ossia rigenerati alla vita nuova della grazia nel sacro fonte, potranno partecipare con i fedeli, sia al sacrificio della lode, sia all’offerta del pane e del vino per il Sacrificio sacramentale dell’altare.
Si comprende allora che la Preghiera dei fedeli è propria di tutti i fedeli battezzati considerati nel loro insieme di clero e laici: è dunque l’Oratio communis (l’orazione comune) dell’assemblea liturgica in quanto tale, che manifesta l’esercizio del sacerdozio regale del popolo sacerdotale (OGMR n. 69). Sarebbe perciò conveniente ricorrere alla migliore locuzione di Oratio universalis (Preghiera universale), in quanto la Chiesa qua talis ne è il soggetto orante e intenzioni veramente universali sono il contenuto delle petizioni.
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