Tempo fa, l’incendio che ha colpito la cattedrale di Nantes e il danneggiamento dell’organo a canne di quella chiesa ha fatto molto parlare sui giornali e sui social. La cattedrale è in effetti famosa per i suoi organi storici, gravemente danneggiati da questo atto scriteriato. Prendendo ispirazione da questo grave fatto, vorrei concentrare la mia attenzione su un altro fatto che è a questo collegato, anche se in modo indiretto. E questo riguarda lo stato di tantissimi organi a canne nelle nostre chiese, che sono praticamente abbandonati a loro stessi, rendendone l’utilizzo sempre più difficile se non a costo di restauri molto onerosi.
Un organo a canne è una macchina complessa, ed è anche uno strumento che ha costi elevati. Un organo di medie dimensioni può costare cifre molto alte, a livello quasi di un appartamento o di una macchina nuova. Questo perché è uno strumento complesso che richiede grande perizia nella costruzione e materiali specifici. Eppure la Chiesa ha sempre supportato la costruzione di organi a canne proprio per quanto possono contribuire alla celebrazione liturgica. Non dimentichiamo che la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium al punto 120 dice: “Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l'organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti. Altri strumenti, poi, si possono ammettere nel culto divino, a giudizio e con il consenso della competente autorità ecclesiastica territoriale, a norma degli articoli 22-2, 37 e 40, purché siano adatti all'uso sacro o vi si possano adattare, convengano alla dignità del tempio e favoriscano veramente l'edificazione dei fedeli“. Gli altri strumenti si possono ammettere, non si devono ammettere, come oggi sembra scontato.
Se si fa un giro in molte chiese importanti qui a Roma, per esempio, si scoprirà che tanti organi sono in stato di semi abbandono, anche perché non c’è l’interesse nel farli suonare, non c’è l’interesse nel coinvolgere dei professionisti organisti o maestri che possano valorizzarli. È come lasciare una Ferrari in garage per anni e anni, alla fine non funziona più. Questa, è una tragedia nella tragedia del declino della liturgia. Parliamoci chiaro, in alcuni casi veramente non ci sono i soldi per i restauri, che come detto non sono economici. Ma in molti casi c’è semplicemente disinteresse, semplicemente si cerca di far morire quello con cui non ci si vuole confrontare. E questa è una conseguenza, come ho già detto, dello stato di declino di abbandono della liturgia cattolica. In molti casi si usano gli organi digitali o campionati, che riproducono i suoni dell’organo a canne e che sono certamente molto più economici. Ho affrontato questo problema già in passato riferendomi all’acquisto di un organo campionato per sostituire l’organo a canne, perfettamente funzionante, nella basilica di San Pietro. Quello che voglio dire è che un organo campionato, per quanto certamente preferibile a tanti altri tipi di strumenti, non potrà mai sostituire un organo a canne, che se possibile, va sempre preferito.
Oggi si parla tanto del Concilio Vaticano secondo. Ecco, quello dell’abbandono degli organi a canne, è un altro caso di interpretazione tendenziosa di quello che i documenti hanno veramente detto. Certo, ci sono varie chiese in cui si ha cura per i propri strumenti, e si cerca di investire risorse per mantenerli pienamente funzionanti. Ma oggi questo è divenuto un fatto raro, un fatto che quando accade si palesa come eccezione nella oramai corrotta regola.