Quando ci si occupa di qualcosa da moltissimi anni, di determinate discipline, si pensa di aver accumulato una vasta conoscenza sull’argomento in questione. In effetti si sono lette decine di migliaia di pagine e fatta molta esperienza. Ma quando ci si occupa di cose accadute molti secoli addietro, bisogna sempre mantenere un attitudine di sano realismo e non avere un atteggiamento alla Ranke, il grande storico tedesco che pensava che la storia può ricostruire effettivamente quello che è accaduto. Io penso che ciò a cui si deve puntare è una plausibile versione di quello che potrebbe essere accaduto basandosi su fonti multiple.
Quando parliamo delle origini del canto liturgico cristiano, dobbiamo fare nostro questo atteggiamento di grande prudenza, in quanto quello che certe tradizioni ci hanno tramandato come assolutamente affidabile, potrebbe alla luce dell’investigazione storica, non esserlo. Si prenda per esempio la definizione del canto liturgico come “canto gregoriano”, in onore del grande papa Gregorio I, che avrebbe avuto un ruolo attivo nella costituzione di questo repertorio. In realtà gli studiosi credono essere questa essere una attribuzione senza fondamento reale. E ci sono altri esempi.
Il Cristianesimo nasce in un periodo storico complesso, nasce fra un popolo sottomesso, ma un popolo con una grande fede in Dio. Un Dio che in vari modi si era manifestato al popolo ebraico, che gli dava un culto spesso di grande solennità. Non tenere conto del contesto ebraico potrebbe essere un grande errore quando si parla del canto liturgico cristiano, anche se pure qui gli studiosi non sono propriamente sicuri di come questa influenza è venuta ad essere. Ma credo ci possano essere pochi dubbi sul fatto che l’influenza c’è stata. Allora cercheremo di capire un poco meglio come poteva essere l’ambiente musicale e liturgico dell’ebraismo intorno al primo secolo dell’era cristiana.
Per l’ebreo del I secolo i luoghi di culto erano fondamentalmente due (se escludiamo la preghiera privata): il Tempio e la Sinagoga. La musica in questi luoghi non poteva essere più diversa. Nel Tempio c’era abbondanza di strumenti musicali e cantori. Possiamo leggere nella Bibbia come l’uso di strumenti fosse cosa comune e ne abbiamo una traccia nel bel Salmo 150: “Lodatelo con squilli di tromba, lodatelo con arpa e cetra; lodatelo con timpani e danze, lodatelo sulle corde e sui flauti. Lodatelo con cembali sonori,
lodatelo con cembali squillanti; ogni vivente dia lode al Signore”. Purtroppo alcuni portano ad esempio questo Salmo per dimostrare come nella liturgia si dovrebbe usare ogni strumento. In realtà al tempo del Tempio tutti gli strumenti erano conosciuti per dare lode a Dio e il loro uso profano era sempre sottomesso alla destinazione sacra, per il semplice motivo che tutto era sacro, sacralizzato. Ma il fasto del Tempio finì per la distruzione portata dai Romani nel 70 d.c. Questo fu un colpo al cuore del giudaismo. Da quel momento la musica non poteva avere più il fasto che aveva conosciuto in precedenza. Ecco allora la Sinagoga.
Le Sinagoghe erano luoghi in cui il ministero musicale era solitamente svolto da un cantore, “il messaggero del popolo”. Molta parte delle esecuzioni coinvolgeva la cantillazione dei testi biblici. Il termine “cantillazione” è piuttosto recente ma quello che denota è una intonazione di un testo su una nota che nel caso dei recitativi liturgici cristiani può essere preceduta e/o seguita da delle intonazioni o conclusioni melodiche. Questa cantillazione sarà ora l’abito musicale che gli ebrei useranno per dare gloria a Dio, pur se porteranno sempre nel cuore il dolore per la distruzione del Tempio.
Si pensa che il primo cristianesimo possa essere stato influenzato più dall’atmosfera musicale della Sinagoga che da quella del Tempio. Questo perché nella mente di alcuni, anche fra i primi cristiani, il Tempio veniva associato con la corruzione dei sacerdoti che vi erano addetti.
Ma quello che sappiamo, fra molte incertezze, è che Gesù e i suoi discepoli avevano conosciuto entrambi i luoghi.