Dalla sofferenza un grido a Maria: Alma Redemptoris Mater (canto gregoriano)
Aurelio Porfiri
Fra le antifone mariane che venivano (vengono?) eseguite alla fine della Messa o durante i mesi mariani, certamente Salve Regina e Regina Coeli si aggiudicherebbero la palma della popolarità. Nondimeno, non sfigura di certo accanto a loro l'antifona tipica per il tempo di Avvento e Natale, Alma Redemptoris Mater. Per parlare di questa antifona dobbiamo riferirci al suo autore e fare un lungo viaggio nel tempo, fino alla Germania dell'XI secolo.
Qui, il 18 luglio 1013, dal Conte Wolfrat di Altshausen, nasceva un bambino che, fin dall'inizio, assaporava la "valle di lacrime" che è la vita. Infatti aveva problemi agli arti inferiori. Gli storici non ci danno una certezza sul momento esatto di questa sorta di paralisi, se dalla nascita o nella prima infanzia. Il Conte padre spedì il ragazzino, all'età di 7 anni, presso l'Abbazia di San Gallo (questo almeno quanto riferito dal biografo Bucelino). Dopo gli studi il ragazzo vestirà poi l'abito benedettino e sarà professore a Reichenau dove, dopo una vita di studio alacre segnato dalle difficoltà fisiche per la sua infermità, circondato dalla stima dei grandi del tempo, morirà il 24 settembre 1054 all'età di 41 anni. Verrà sepolto nei possedimenti paterni ma il luogo esatto della tomba oggi non è noto. Lascerà testi apologetici, poetici, storici (come la sua "Cronaca Universale"). Il suo nome era puramente tedesco, Ermanno, che significa "guerriero". Per via della sua deformità, che faceva contrarre i suoi arti con grande sofferenza del nostro, sarà conosciuto come Hermannus Contractus, Ermanno il Contratto.
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