Dialogo Impossibile con Jacques-Bénigne Bossuet: Il Culto e la Devozione nel Cristianesimo
Liturgia e musica sacra
Jacques-Bénigne Bossuet (1627-1704), ecclesiastico, scrittore e oratore di straordinario talento, nacque a Digione e divenne una delle figure più influenti della Chiesa cattolica del XVII secolo. Arcidiacono di Sarrebourg presso la cattedrale di Metz, si distinse con le sue orazioni funebri per Enrichetta di Francia, Enrichetta d'Inghilterra e Luigi di Condé. Nel 1669 fu nominato vescovo di Condom e divenne precettore del Delfino, per il quale scrisse il celebre "Discours sur l'histoire universelle". La sua opera principale, "Histoire des variations des églises protestantes" (1688), è una critica vigorosa alle variazioni del protestantesimo. Come vescovo di Meaux dal 1680, Bossuet difese con rigore il cattolicesimo, opponendosi al quietismo e all'occasionalismo, e contribuì a plasmare il pensiero religioso e politico del suo tempo. Oggi, in un’intervista immaginaria, esploriamo i pensieri e le convinzioni di questo grande teologo e storico.
Intervistatore: Bonjour, Monsignore Bossuet. È un grande onore poter parlare con lei oggi. Iniziamo discutendo della sua visione del culto e degli atti di devozione. Quali sono, secondo lei, i principali atti interiori con cui si deve adorare Dio?
Jacques-Bénigne Bossuet: Bonjour. È un piacere discutere di questi temi. Il primo atto interiore con cui adoriamo Dio è il riconoscere che Lui solo è Colui che è e che noi non siamo nulla se non per Sua volontà. Questo riconoscimento è fondamentale perché ci pone nella giusta relazione con Dio, riconoscendolo come la causa del nostro essere e del nostro benessere, sia nell'ordine della natura, sia nell'ordine della grazia e della gloria.
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