Ho già riferito delle difficoltà con i canti d’offertorio nella Messa novus ordo, una difficoltà acuita anche dal fatto che per l’offertorio non è fornita un’antifona, come accade per introito e comunione. Esiste nel vetus ordo ma non è stata più fornita con i nuovi libri liturgici. Onestamente, non che questo oramai faccia enorme differenza anche perché le antifone di introito e comunione non sono comunque più cantate nel 99% delle celebrazioni novus ordo. A me non è mai capitato di sentirle cantare in lingua volgare, se non quando collaboravo con la Radio Vaticana.
Tra i canti usati all’offertorio in sostituzione di una propria antifona, il più popolare è probabilmente Guarda questa offerta, nato in ambiente focolarino grazie a Nino Mancuso, uno dei fondatori del Gen Rosso, virtuoso della fisarmonica e persona con cui ho collaborato in una vita precedente, godendo della sua amicizia. Devo ripetere qui quello che ho detto per altri canti provenienti dal Gen rosso, cioè che come qualità di testi e musica sono certamente sopra la media della paccottiglia che spesso ci viene propinata anche se sono canzoni di ispirazioni religiosa, non canti liturgici. Vediamo il testo di Guarda questa offerta:
Guarda questa offerta
guarda a noi Signore.
Tutto noi t'offriamo
per unirci a Te.
Nella tua Messa
la nostra Messa!
Nella tua vita
la nostra vita!
Nella tua Messa
la nostra Messa!
Nella tua vita
la nostra vita!
Che possiamo offrirti
nostro Creatore?
Ecco il nostro niente,
prendilo Signore.
Nella tua Messa
la nostra Messa!
Nella tua vita
la nostra vita!
Nella tua Messa
la nostra Messa!
Nella tua vita
la nostra vita!
Salga questa offerta,
Padre, a te gradita
Tu ci unisci in Cristo
accendi in noi l'amore.
Nella tua Messa
la nostra Messa!
Nella tua vita
la nostra vita!
Nella tua Messa
la nostra Messa!
Nella tua vita
la nostra vita!
Certamente tutti avrete sentito almeno una volta questo canto. La melodia di sapore modale è abbastanza dignitosa e cantabile con una certa facilità, ma del resto in questo senso abbiamo già detto che gli autori del Gen Rosso sanno il fatto loro.
Per il testo ci sarebbero dei problemi. L’offertorio è il momento della presentazione del pane e vino che diventeranno il corpo e il sangue di Cristo. Questo è affermato chiaramente nell’OGMR. Ma in questo canto di pane e vino non si parla proprio, e al centro viene messa l’assemblea che offre tutto per unirsi al Signore. Non si capisce bene che valore abbia qui quel “tutto”. Sembra che eliminando la menzione del pane e del vino il focus divenga l’offerta dei fedeli, e credo che questo non sia in linea con quello che l’offertorio significa.
Poi che significa dire “nella tua Messa, la nostra Messa, nella tua vita, la nostra vita”? Non c’è una nostra Messa, ma l’unico atto di culto della Chiesa a cui noi siamo chiamati a partecipare. Forse alla parola “Messa” bisognava sostituire quella di “sacrificio”. Usando la parola “Messa” non è ben chiaro quello che si vuole dire. A me sembra che questo canto confonde il senso dell’offertorio, già tanto travagliato nel dopo Concilio, mettendo ancora al centro i fedeli rispetto all’atto sacro che si compie, rinforzando la concezione antropocentrica della liturgia che da vari decenni è molto di moda.