Ricordo tempo fa, quando il cardinale Camillo Ruini, forse su impulso del liturgista Crispino Valenziano, parlava di “progetto culturale” per la Chiesa Cattolica italiana. Cosa intendeva?
Voleva che la Chiesa riprendesse un primato culturale che ha indubbiamente perso. In passato la cultura Cattolica era rincorsa da tutti, oggi sembra invece che il cattolicesimo si debba affannare appresso le mode più effimere e disparate.
Eppure questo primato culturale non verrà mai riconquistato se invece di premiare il merito si continua a premiare il servilismo dei mediocri, mediocri che non sono gli umili, sono coloro che prostituiscono la propria dignità per ottenere quello che normalmente mai otterrebbero. Sono le persone che non suppliscono allo studio alla propria mediocrità, ma usano la furbizia e l’inganno per far credere al padrone ecclesiastico di turno che di loro ci si può fidare.
E queste persone appestano non solo uffici ecclesiastici vari, ma anche posizioni nella musica sacra, persone che a malapena distinguono un Mi maggiore da un Mi minore si ritrovano a ricoprire posti importanti che fanno stare “tranquilli” i loro capi (in fondo mediocri quanto loro) e fanno sempre più fallire la via pulchritudinis che tanto bene fa alle anime.
Non ci si illuda: fino a che non si investe sulla vera bellezza e tutto quello che essa comporta, anche nella musica sacra, la Chiesa continuerà a rincorrere il mondo senza fare quel bene delle anime che è la sua missione salvifica più importante.