Tutti noi abbiamo ben presente il fenomeno del divismo, il fanatismo che circonda certi artisti od atleti che raggiunge spesso il parossismo. Questo lo vediamo all’opera specialmente con alcuni cantanti specifici, pensiamo per esempio a Michael Jackson, morto da pochi anni. Se si guardano i video dei suoi concerti dal vivo, si è colpiti dal numero spropositato di giovani urlanti in una frenesia che non è sbagliato definire come “dionisiaca”.
Riccardo Muti, in occasione della morte di questo cantante, disse che egli era il “Farinelli dell’era moderna”. Chi era Farinelli? È stato un leggendario castrato, uno di quei cantanti che attraverso una pratica chirurgica che oggi ci sembra orribile, continuavano a mantenere una voce che poteva dispiegarsi per l’estensione femminile, ben oltre l’adolescenza. La qualità di questa voce non era propriamente femminile, però, in quanto si univa ad alcune caratteristiche della voce maschile, donando a questi divi del tempo barocco una qualità vocale staordinaria, un canto ultraumano.
Un grande cantante in questo ambito fu Loreto Vittori (1604-1670). Ricordiamo che i castrati, almeno fino all’inizio del secolo passato, furono impiegati anche per il servizio liturgico, vista la loro voce straordinaria. Il Vittori stesso, fu cantore della Cappella Sistina e della Cappella della Santa Casa di Loreto ed allievo di grandi maestri di cappella come Francisco Soto de Langa, Bernardo Nanino e Francesco Soriano. A quel tempo la Chiesa cattolica era grande promotrice di civiltà e cultura del mondo occidentale e non solo. Quindi tutti gli artisti si rifugiavano sotto le sue ali per ottenere lavoro e protezione.
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