La dimensione religiosa della vita trova grandi ostacoli in tante manifestazioni fraudolente che si sostituiscono alla realtà: un certo tipo di religiosità – falsa - si sostituisce alla fede.
Un facile, benché scandaloso servilismo, sembra esonerare dal prendere su di sé le proprie responsabilità.
Un formalismo rituale, preciso sino nell’ultimo particolare, è contrabbandato come se fosse l’anima del celebrare i santi misteri.
In questo orizzonte l’incidente più grave e nefasto colpisce gli uomini che spesso abdicano alla propria dignità e, così facendo, sgretolano dalle fondamenta l’impianto sociale.
Si rinuncia - talora anche per violenza esterna - ad essere persona perché in certi momenti ciò costa sacrifici, e notevoli; ma ci si lascia trasformare in mero numero nell’ingranaggio consumistico o in anonima pratica all’interno di un mostruoso apparato burocratico dove tutto sembra svolgersi senza intoppi.
L’anonimato, infatti, guida la regia di questa farsa, una rappresentazione balorda che finisce per trasformare le persone in pagliacci di carta, senza testa, senza cuore: nella famiglia, nella vita sociale, nella celebrazione liturgica.