Come sa bene chi mi segue, io sono tra quelli che sostiene che una delle rovine per la musica sacra è derivata dall’aver scoraggiato il professionalismo nei musicisti di Chiesa, non supportando coloro che dedicano lunghi anni di studio e fatica alla musica sacra. Ho scritto molti articoli su questo tema e un libro.
Ora, noto che in alcuni social, come in alcuni gruppi di Facebook, è invalsa la pratica di chiedere spartiti di edizioni ancora in commercio. Queste persone, magari sono le stesse che si scandalizzano quando si dice che un’organista, un compositore, un direttore, un cantore, deve essere pagato. Eppure non si scandalizzano allo stesso modo pensando al fatto che stanno sottraendo la giusta mercede all’operaio, che sia il compositore, l’editore o tutti coloro che sono stati impegnati nella produzione di quel prodotto. Senza contare poi che commettono un reato. È molto interessante fare i moralisti con gli altri ma non applicare lo stesso metro a se stessi.
Pensare che tutto deve essere gratuito è un’idea profondamente sbagliata e ingiusta. I libri liturgici usati, i messalini, i fiori per adornare gli altari, l’elettricità…tutto viene pagato. Ho sentito anche un’opinione per cui Dio ti ha dato il tuo talento gratuitamente e quindi non devi esigere compenso, facendo notare che questo pensiero vale non solo per il talento musicale, ma per tutti i talenti, compresi quelli di insegnanti, medici e sportivi. Coloro che sono così spirituali con i musicisti di Chiesa, applicherebbero la loro “spiritualità” anche a sè stessi?
Se un autore vuole diffondere come promozione alcuni suoi lavori gratuitamente, è una sua scelta e va bene così. Ma se sceglie di diffonderli commercialmente va rispettato il copyright, il diritto commerciale e anche il senso morale che alcuni sono così bravi a rinfacciare agli altri ma meno ai propri comportamenti.