La musica è l’apologia della fede più genuina (JOSEPH RATZINGER): essa rivela ciò che si crede, Colui in cui si crede, come si crede, al di là di tanti discorsi che soltanto confondono e illudono. Dimmi che cosa canti, come canti e ti dirò in chi credi. Non si pretende che tutta la musica sia eccelsa e che tutti siano musicisti provetti. La passione che persino uno stonato mette nel cantare la sua fede con melodie tradizionali del popolo cristiano - semplici, ma profonde - dice la fede molto più di un’enciclopedia teologica.
La sobria melodia del Pater noster gregoriano permette di dire Babbo all’Ineffabile, nel tremore e nella gioia di una fede che non si lascia illudere dallo sfavillio di specchietti per allodole come sono le “catechesi” misticheggianti ed esotiche oggi in voga e praticate per accalappiare la gente, con la convulsa e fallimentare mira di riempire le chiese, invece di preoccuparsi, come diceva un saggio, di colmare i cuori di quanti sono alla ricerca di LUI.