La notte trova spesso il cristiano in ginocchio accanto al letto.
Non solo la passione per Cristo, ma anche il ricordo dei fratelli e delle sorelle al capezzale del figlio ammalato, sprona il credente a non fare della sua esistenza un parcheggio grigio nella mediocrità.
La rugiada salata delle lacrime scende sul volto per salire al cielo e porta con sé le intercessioni: i volti delle persone amate, di chi non ha avuto comprensione, i colleghi e le “amiche” invidiose che li hanno offesi, le persone il cui nome è stato letto su un giornale o è stato ricordato in televisione.
L'oscurità dilata l'orizzonte, il silenzio dà corpo alla supplica e alla certezza generata dalla speranza: Deus in adiutorium meum intende, Miserere mihi Domine¸ In te Domine speravi, Dominus regit me et nihil mihi deerit...