Caro san Gregorio,
Quanto caro è il tuo nome per coloro che si interessano di musica per la liturgia.
A te è stato intitolato il canto della Chiesa, che per onorarti tutti chiamiamo “canto gregoriano” anche se questo repertorio si sviluppò qualche secolo dopo la tua morte. Ma è comunque una cosa buona che il tuo nome sia unito con quello di questo canto ed è anche abbastanza logico che tu sia patrono, insieme a santa Cecilia, della musica sacra. Quante storie vengono associate al tuo glorioso nome e che hanno a che fare con liturgia e musica, dalle tue riforme liturgiche alla colomba (lo Spirito Santo) che ti suggerisce all’orecchio le melodie liturgiche, dall’Antifonale incatenato all’altare di san Pietro alla tua cura per la Schola Cantorum.
La storia dell’Antifonario è molto bella, tu che fai legare all’altare di san Pietro con una catena d’oro, simbolo della stretta unione fra musica e liturgia, è una storia edificante, che alcuni mettono in dubbio perché in effetti fu raccontata da Giovanni Diacono, che scrisse la tua biografia ma due secoli dopo la tua morte. Eppure gli autori medievali ripresero questa storia e la diffusero. Vera o no? Certo, come sai bene, ci sono autori che mettono in dubbio il tuo ruolo nell’ambito della musica sacra, come ad esempio il Gevaert, a cui però replicò il benedettino Germain Morin. Sia quello che sia, da musicista mi onoro a chiamarti mio compatrono insieme a santa Cecilia.
Fosti un uomo saggio e che si trovò ad essere attivo in un tempo terribile nella vita di Roma e della Chiesa. Pur non essendo di salute forte, con la tua parola e il tuo insegnamento hai guidato la barca di Pietro in un mare in tempesta.
Tu che sei un potente intercessore, intercedi per la liturgia e la musica sacra dei nostri giorni, perché possano ancora risplendere come “l’anello della Sposa” (titolo di un bel libro sulla liturgia di Crispino Valenziano). Fa che coloro che vogliono attuare la riforma liturgica la interpretino come frutto del Concilio e dei suoi documenti, non alla luce di ermeneutiche o ideologie che con il Concilio poco o niente hanno a che fare. Ricorda sempre a noi tutti che il passo in avanti è sempre garantito dal piede che è dietro. Andare a piedi pari in avanti permette solo di percorrere una cortissima distanza.
Intercedi affinché musicisti bravi e preparati, saldi nella Tradizione, possano far rifiorire nelle nostre chiese il canto di lode che come incenso sale a Dio e che ci aiuta a santificarci nella nostra vita di fede. Riscopriamo quel senso di adorazione e venerazione. Il tuo attuale successore, papa Francesco, parlando delle Chiese Orientali e rispondendo ad un giornalista nel 2013 diceva:
“Nelle Chiese ortodosse, hanno conservato quella pristina liturgia, tanto bella. Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione. Loro lo conservano, loro lodano Dio, loro adorano Dio, cantano, il tempo non conta. Il centro è Dio, e questa è una ricchezza che vorrei dire in questa occasione in cui Lei mi fa questa domanda. Una volta, parlando della Chiesa occidentale, dell’Europa occidentale, soprattutto la Chiesa più cresciuta, mi hanno detto questa frase: “Lux ex oriente, ex occidente luxus”. Il consumismo, il benessere, ci hanno fatto tanto male. Invece voi conservate questa bellezza di Dio al centro, la referenza. Quando si legge Dostoevskij - io credo che per tutti noi deve essere un autore da leggere e rileggere, perché ha una saggezza - si percepisce qual è l’anima russa, l’anima orientale. E’ una cosa che ci farà tanto bene. Abbiamo bisogno di questo rinnovamento, di questa aria fresca dell’Oriente, di questa luce dell’Oriente. Giovanni Paolo II lo aveva scritto nella sua Lettera. Ma tante volte il luxus dell’Occidente ci fa perdere l’orizzonte”.
Ispira a lui e ad altri quelle iniziative che riportino la liturgia alla sua bellezza che si esprimeva attraverso parole, immagini, suoni, odori…Chiedi al Padre che la Chiesa sia sempre di meno un sistema clericale chiuso e concedi che, come chiedeva Hans Urs von Balthasar, si possano finalmente abbattere i bastioni, ma quelli veri, quelli che impediscono alla Chiesa di essere veramente sé stessa nel fulgore della sua bellezza che le viene dall’attenzione alla Sacra Scrittura e alla santa Tradizione.
Intercedi perché Dio tutti ci protegga, santifichi e fortifichi.