Forse non molti ci hanno prestato attenzione per via della pausa estiva, ma il 23 agosto scorso è morto il domenicano André Gouzes, che ha avuto un ruolo importante nella musica liturgica degli ultimi decenni non solo in Francia, ma anche in molti altri paesi del mondo.
Autore di un catalogo vastissimo di composizioni, il padre Gouzes si ispirava alla musica liturgica delle Chiese orientali, come al corale protestante e anche al canto gregoriano. Ha inoltre contribuito a rifondare l’Abbazia di Sylvanes, un tempo appartenuta ai cistercensi.
Nato nel 1943, la sua influenza nel campo della musica per la liturgia è stata considerevole e non può negarsi che alcune sue composizioni posseggono un certo fascino spirituale che le mette molto al di sopra di alcune sciagurate musiche che imperversano nelle nostre chiese. Come detto in precedenza, fu autore di migliaia di canti per la liturgia per una attività che si è estesa per vari decenni. Nella sua musica aveva trovato una sintesi fra varie tradizioni musicali, una operazione certamente interessante e potenzialmente foriera di frutti molto buoni, se fatta sapientemente . Tra i suoi brani più famosi c’è la Messa di Rangueil, una composizione che ben sintetizza lo stile del padre Gouzes, uno stile di composizione di tipo armonico che deve essere maneggiato con cura, per non cadere nel rischio della monotonia. Nel corso della sua vita il padre Gouzes ha ricevuto varie onorificenze per la sua opera.
Un articolo di Cristophe Chaland su Le Pelerin dello scorso maggio, dal titolo Peut-on continuer de chanter André Gouzes à la messe ?, informava su una dolorosa situazione che avrebbe coinvolto il padre Gouzes, accusato di stupro su un minore risalente a circa 20 anni prima, un’accusa orribile apparsa su La Croix all’inizio dello stesso mese. I domenicani della provincia di Tolosa hanno confermato che alcuni fratelli “sono stati accusati di gravi atti di natura sessuale contro minori, fatti purtroppo confermati”. Per questo hanno chiesto ad altre potenziali vittime di uscire allo scoperto.
Non c’è stata una condanna penale e la malattia dell’Alzheimer che ha colpito il padre Gouzes negli ultimi anni della sua vita non ha certo contribuito a fare chiarezza sull’intera questione che però ha visto, come detto sopra, vari estimatori della sua opera prendere le distanze dalla stessa. Qui ovviamente non possiamo emettere alcun verdetto, ma si ripropone il tema annoso del rapporto fra la moralità personale di un’artista e la sua opera, un tema che abbiamo visto molto dibattuto nel caso dell’ex gesuita Marko Rupnik e che ancora rimane senza una soluzione soddisfacente.