Mistero della fede: il gregoriano nelle chiese…vuote
Aurelio Porfiri
Ieri sono entrato in una chiesa, una bella chiesa del centro a Roma ed era praticamente vuota. In sottofondo si poteva ascoltare una registrazione di canto gregoriano. Vi sarà capitato anche a voi di entrare in una chiesa al di fuori degli orari delle celebrazioni e di notare che era stato messo un CD di canto gregoriano, polifonia o organo. Perché non mettono un CD dei cosiddetti “canti giovanili”? Ovvio, perché disturba la preghiera, quella preghiera che probabilmente chi entra in chiesa in quei momenti vuole elevare a Dio.
Ma se capite che un certo tipo di musica eleva l’animo a Dio, perché poi nelle stesse chiese, gli stessi che premono start quando devono far funzionare il CD, nelle celebrazioni promuovono una musica che è antitetica alle esigenze di preghiera delle persone?
Ma questo non è vero soltanto per le chiese vuote, ma lo è anche per le pubblicità. Quando si intende evocare il sacro, ecco che organo o musica sacra tradizionale vengono evocati. Quello che i pubblicitari ci dicono, è che malgrado decenni di rivoluzione culturale nella Chiesa, anche gli atei associano certa musica al sacro. E qui non ne faccio una questione di latino o italiano, c’è anche musica scritta in italiano perfettamente devota.
Ma a chi interessa della musica sacra? Ecco perché da noi i soliti noti continuano a manovrare per fare in modo che tutto cambi perché nulla (per loro) cambi. E noi, abbassando la testa a questo mistero della fede, andiamo in chiesa quando non c’è nessuno, ma soltanto il Signore che dal tabernacolo è comunque il nostro tutto.
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