Stamattina, trovandomi a Parigi, sono stato a Messa nella chiesa di sant’Agostino, situata in una zona molto centrale. La chiesa è imponente, con un vasto interno. È stata edificata nel XIX secolo ed è la chiesa in cui si è convertito Charles de Foucauld, oggi santo. È una bella chiesa, dall’aspetto monumentale.
La Messa a cui ho partecipato era quella principale. La chiesa può comodamente contenere più di 500 persone, ma i posti occupati erano circa la metà. Comunque le persone mi hanno dato l’impressione di una buona partecipazione liturgica. Per i canti alcune cose buone ed altre meno. Non c’era un coro che eseguiva musica polifonica, ma c’era un coro liturgico con una persona che dal santuario guidava i canti dei fedeli. Le parti dell’Ordinario con l’eccezione del Gloria, erano cantate in latino, in una versione che non conoscevo ma che sembrava ben nota ai fedeli, che partecipavano in buon numero nel canto. Per il Sanctus ho notato che il testo era modificato, cosa che non si deve fare, cantando ad esempio “Sanctus, Sanctus, Sanctus, Deus Sabaoth”, omettendo il “Dominus”. Purtroppo non sono riuscito a risalire all’origine di questo canto. Anche nel Gloria, si deve capire che la prima frase non è un ritornello e che il Gloria non è un canto responsoriale ma un inno.
Detto questo sono stati da lodare senza riserve il sacerdote che ha cantato tutte le parti a lui proprie con voce molto intonata e con la risposta corale dell’assemblea e anche l’organista molto bravo che ha suonato alcuni brani all’offertorio e alla comunione, prima del canto di ringraziamento, e che ha concluso la celebrazione con la celeberrima Toccata di Widor. Insomma, come Messa Novus Ordo, è stata certamente celebrata con una certa dignità, con i limiti intrinseci al rito rinnovato e alla mentalità che lo sottende
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