Tra i teorici più importanti nel periodo rinascimentale possiamo contare Pietro Aron (o Aaron, 1489-1545), autore di numerosi trattati che porranno la base per la comprensione di alcuni fenomeni musicali e musicologici in evoluzione nel suo periodo. Nativo di Firenze, semba che fu attivo a Roma sotto papa Leone X, non a caso della famiglia Medici che di Firenze era signora e padrona. Ma su questo suo soggiorno romano non concordano tutti i musicologi. Fu attivo in altre città italiane come Venezia, Rimini ed Imola, ed altre ancora.
Nel suo Compendiolo di molti dubbi, segreti et sentenze intorno al Canto Fermo, et Figurato, da molti eccellenti et consumati Musici dichiarate. Raccolte dallo Eccellente et Scienziato Autore frate Pietro Aron del Ordine de Crosachieri et della Inclita città di Firenze. In memoria a eterna, erit Aron Et nomen eius numquam destruetur (stampato a Milano nel 1547), troviamo alcune interrssanti informazioni sulle pratiche musicali e liturgiche dell’epoca. Ad esempio, parlando del Graduale nella Messa, cioè di quei versetti salmici che venivano cantati dopo l’epistola, così afferma: “I graduali & tratti debbono essere intonati con la voce piana & humile. Graduale è detto perché significa i gradi delle virtuti”. Forse riferiva al fatto che, essendo questi brani di grande difficoltà esecutiva, vanno affrontati con una certa raffinatezza interpretativa piuttosto che forzando l’esecuzione; il far risalire il nome “Graduale” ai gradi della virtù è probabilmente un omaggio a quell’allegorismo medioevale che ancora aveva buon corso al tempo di Aron. In realtà il nome è riferito ai gradini dell’ambone su cui veniva eseguito (ma secondo altri riferisce all’ambone stesso).
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