Quando si pongono delle questioni come fossero contrapposizioni, si rischia di non riuscire mai a trovare una soluzione. Questo è certamente quello che è accaduto, devo dire specialmente da parte di molti liturgisti, quando si è voluto mettere il repertorio polifonico tradizionale della Chiesa cattolica contro il canto dell’assemblea. Cioè, veniva (e viene) detto, che le grandi composizioni polifoniche del passato ma anche del presente, così come il canto gregoriano (che polifonico non è) impedirebbero la partecipazione dell’assemblea.
Tutto questo viene invocato “in nome del Concilio”.
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