Dopo le grandi solennità dell'Anno Liturgico e la festa di san Giovanni Battista, non ve n'è alcun'altra più antica o più universale nella Chiesa di quella dei due Principi degli Apostoli.
Molto presto Roma celebrò il loro trionfo nella data stessa del 29 giugno che li vide elevarsi dalla terra al cielo.
La sua usanza prevalse subito su quella di alcune regioni, dove si era dapprima deciso di fissare la festa degli Apostoli agli ultimi giorni di dicembre.
Certamente, era un nobile pensiero quello di presentare i padri del popolo cristiano al seguito dell'Emmanuele nel suo ingresso nel mondo.
Ma come abbiamo visto, gli insegnamenti di questo giorno hanno, per se stessi, una importanza preponderante nell'economia del dogma cristiano; essi formano il complemento dell'intera opera del Figlio di Dio; la croce di Pietro costituisce la Chiesa nella sua stabilità, e assegna al divino Spirito l'immutabile centro delle sue operazioni.
Roma era dunque ben ispirata quando, riservando al discepolo prediletto l'onore di vegliare per i suoi fratelli presso la culla del Dio-Bambino, conservava la solenne commemorazione dei Principi dell'apostolato nel giorno scelto da Dio per porre termine alle loro fatiche e coronare, insieme con la loro vita, l'intero ciclo dei misteri.