Per chi ha a che fare con la musica sacra uno dei problemi che spesso si pone è quello dei soldi.
Non si può negare che a volte i soldi sono necessari, ma fare presente questo fatto sembra quasi
che debba essere tenuto nascosto e capita sempre il pio sacerdote ben pasciuto che ti rinfaccia con un sorriso (falsamente) serafico che le cose vanno fatte “in spirito di gratuità”.
Questo spirito, ovviamente, si applica solo al musicista di Chiesa e non agli altri, che per il loro servizi per la liturgia e nella liturgia vengono (giustamente) pagati.
Ora, non dobbiamo trattare la liturgia come fosse un business, come a volte mi sembra si faccia nel mondo statunitense. Questo è un grave errore. Non si può certamente ridurre la liturgia ad un fatto di soldi, ma bisogna accettare un fatto molto semplice e molto logico: senza soldi non si può celebrare la liturgia propriamente.
Perché la liturgia comprende spese come quelle per l’elettricità, per l’amplificazione, i paramenti liturgici e via dicendo. Queste cose non possono essere “rubate”, ma devono essere giustamente pagate a chi le produce. Lo stesso sacerdote per ogni Messa celebrata riceve una certa cifra e così dovrebbe essere per coloro che prestano servizio nella musica sacra, ovviamente in modo professionale.
Queste idee sulla gratuità che sembrano molto spirituali in realtà non lo sono e, quel che è peggio, sono anche false. Anche Gesù aveva sicuramente bisogno di soldi per sostenere la sua predicazione ma certamente non cercava di arricchirsi con questo.
Bisogna usare il senso comune per accettare un fatto che sembra così evidente come quello che la liturgia ha bisogno anche di mezzi finanziari per funzionare bene. Non cerchiamo di far credere che i soldi siano il problema. I soldi non sono un problema, ma l’uso che ne facciamo può esserlo. Se i soldi servono i nostri scopi buoni allora sono utili, se invece noi diventiamo servitori del denaro, questa diviene una vera e propria perversione.
Infatti chi suona o canta a un matrimonio viene giustamente remuneratio dagli sposi, è la cosa non scandalizza ma è normale. Chi invece compone o presta il suo servizio musicale no..? Se fai un concerto corale in chiesa ti senti dire... "Alla Siae pensateci voi, io non ho soldi"..