Dall’esempio della Messa Beat et similia, cominciarono a diffondersi complessini per la liturgia in cui musiche di quel tipo o peggio imperversarono nelle nostre chiese sotto gli sguardi beati di molti, troppi pastori, che pensarono quello essere un nuovo inizio, mentre era una ben prevedibile fine.
Già, una fine, perché sempre abbiamo saputo che conformandosi alle cose di questo mondo nulla di buono si poteva sperare. Si pensava di trattenere i giovani in chiesa in questo modo, ma in realtà gli si dava l’occasione di divertirsi un poco durante la Messa (?!?) per poi andarsene in Massa quando sarebbero divenuti più grandi. I Movimenti ecclesiali di nuova formazione catalizzarono alcuni di questi giovani, come focolarini, neocatecumenali, ciellini, ma dal punto di vista musicale non furono certo formativi (in parte i ciellini furono meglio da questo punto di vista) e anzi contribuirono ad introdurre musiche nella liturgia che ricalcavano i modelli della musica leggera. Diedero una casa a tante persone ma la liturgia anche al loro interno risentiva della confusione che oramai imperava nella Chiesa.
Invece di assicurare una continuità nella tradizione si cominciò a distruggere.