Le manovre attorno alla costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium furono più spedite di quelle per altri documenti. Il Movimento Liturgico aveva ben preparato alcune idee che erano così penetrate anche in molti padri conciliari.
Per esempio la partecipazione, che se rettamente intesa è una cosa sacrosanta, divenne non più un mezzo ma un’ideologia. Per essa si colpirono molte cose, a cominciare dai repertori corali di musica sacra, visti come un impedimento al canto del popolo.
Fu triste che si ebbe una concezione monca di partecipazione, che prevedeva solo quella esterna del fare e non quella interna dell’ascoltare. Se accettassimo queste idee non potremmo mai dire di partecipare ad un concerto o ad una conferenza.
Ma il modo in cui fu implementata la Costituzione prevedeva un predominio del fare che senz’altro penalizzava la polifonia e il canto gregoriano. In fondo l’idea prevalente è ancora questa.
Poi, c’era il contesto degli anni ‘60, che giocò un ruolo di primo piano.