Il Laterano e la Schola Cantorum
La vita musicale in san Giovanni in Laterano era certamente molto attiva nel primo millennio dell’era cristiana per la presenza del Pontefice. Come sappiamo, secondo una tradizione importante, lo stesso papa Gregorio magno (da cui il canto gregoriano prende il nome, anche se il repertorio si formerà qualche secolo dopo la morte del santo Pontefice) si prendeva cura della sua Schola Cantorum. Ne fece erigere due sedi, una presso il Laterano, l’altra presso san Pietro.
Lo studioso Salvatore Colazzo dell’Università del Salento, in un suo studio dal titolo Il canto gregoriano e le scholae cantorum, poteva affermare:
“Si dice che il benedettino Gregorio Magno, che fu papa dal 590 al 604, procedesse ad una riforma volta ad affermare l’egemonia della Chiesa di Roma, da esprimersi anche attraverso l’imposizione della sua liturgia, canti compresi, a tutte le chiese d’Occidente. Avrebbe dettato in un testo standard, l’Antifonario, le preghiere della Messa e dell’Ufficio. Era composto di soli testi, non esistendo ancora la notazione musicale. Avrebbe pure ridato impulso alla Schola cantorum, già avviata dai suoi predecessori a Roma, per insegnare, con trasferimenti fisici dei cantori di tutte le plaghe della cristianità nella città eterna, gli esatti canti e i corretti modi di eseguirli, sì che la diffusione fosse capillare attraverso i monaci vettori musicali, una volta terminato il loro apprendistato”.
È comunque interessante notare come la Schola Cantorum era sotto stretta osservazione per un motivo artistico ma anche perché dalle sue fila sarebbero venuti collaboratori del Pontefice o, in alcuni casi, alcuni membri della Schola sarebbero divenuti Pontefici a loro volta (feci un articolo su questo tema alcuni decenni fa sulla rivista Lateranensia, a quel tempo diretta da mons. Dante Balboni). Interessanti informazioni al riguardo le abbiamo in un testo molto conosciuto dagli studiosi del medioevo, il Liber Pontificalis, che riporta a volte anche notizie riferite alle pratiche liturgiche e musicali. Non dobbiamo dimenticare che questo testo ha posto molti problemi alla critica anche per identificare le interpolazioni successive. Ne esistono varie edizioni critiche, tra cui quella del noto studioso e storico francese Louis Duchesne (1843-1922), che per il suo rigoroso spirito critico ebbe alcune sue opere condannate nella stagione cruenta del modernismo.
La Schola Cantorum è citata negli Ordines Romani, una sorta di manuali per le celebrazioni liturgiche che ci danno un’idea molto concreta di come doveva essere la vita liturgica nella roma medievale. Nell’Ordo IX per esempio leggiamo:
“Primum, in qualicunque schola reperti fuerint pueri bene psallentes, tolluntur inde, et nutriuntur in schola cantorum, et postea fiunt cubicularii. Si autem nobilium filii fuerint, statim in cubiculo nutriuntur. Ex hac accipient primam Benedictionem ab archidiacono, ut liceat eis super linteum vellosum sedere, quod mos est ponere super sellam equi. (…) Accedente pontifice ad altare, schola cantorum repetit litaniam, dein Introitum, et pontifex dicit Oremus, et diaconus Flectamus genua”.
Questo è solo un esempio della menzione che si fa della Schola Cantorum in questi documenti. Vediamo come venisse fatta una accurata selezione in modo che i migliori potessero accedere a queste istituzioni che erano un poco come delle accademie di formazione, come detto, anche in vista della carriera ecclesiastica.
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