La liturgia è il momento forte di un'esperienza che coinvolge e travolge il credente. Non può essere vivisezionata e scomposta in alcuni elementi che pur ci sono, ma che in definitiva restano secondari.
Parole, gesti, canti, azioni rituali possono essere oggetto di investigazioni storiche e teologiche.
Sono, infatti, elementi presenti in ogni celebrazione ed hanno tutti una storia affascinante: elementi necessari, ma sempre insufficienti per spiegare il dono di D-i-o. Egli irrora con il suo Spirito il cuore in adorazione che la grazia sull'incudine del quotidiano plasma sul modello del cuore di Cristo, rivelazione dell'amore infinito del Padre.
Per tale motivo, ciò che nel profondo della persona avviene nel momento della liturgia rimane fuori di ogni calcolo e categoria razionale: è semplicemente indicibile, è una realtà in cui l'amore di D-i-o fa breccia nell'ottusità della persona umana e le conferisce una nuova dignità, quella del figlio.
Ciò che i figli sono per i genitori e ciò che i genitori sono per i figli non si può dire a parole: solo lo sguardo di tenerezza e di riconoscenza nel silenzio può lasciar intuire qualche frammento di infinito e di eterno.
(Da Re-tractationes)