Sarà sembrato strano per alcuni passanti di un pomeriggio qualunque fine anni ‘60 ascoltare suoni di chitarra e batteria provenienti dal complesso architettonico di quella che i romani chiamano “la Chiesa nuova”. In effetti proprio in quei luoghi, voluti dal grande santo Filippo Neri, ben altra musica aveva avuto accoglienza nei secoli passati e fino a tempi piuttosto recenti la musica sacra che veniva eseguita sotto la cura dei padri oratoriani era veramente di grande qualità e per questo impiegavano musicisti di prim’ordine.
Ora invece si ascoltavano canzoni con parole ispirate ai testi liturgici che poco o niente avevano a che fare con il canto gregoriano, la polifonia e tutto quello che vi era in mezzo.
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