Tre ragioni per cui odio la musica liturgica pop…e perché dovresti anche tu
Aurelio Porfiri
Oramai siamo sommersi nelle nostre chiese dalla cosiddetta “musica liturgica pop”, quei canti che scimmiottano la musica commerciale più becera e che viene fatta passare per musica adatta alla Messa. Ora, fatte salve tante persone che in buona fede si servono di questi repertori, ecco tre ragioni per cui io e voi dovremmo odiare questo tipo di repertori.
La odio perché non è musica. Spesso si tratta di cose fatte da dilettanti (non nel senso buono della parola) che non hanno idea di quello che è necessario per comporre una buona melodia o un buon accompagnamento. Sono musiche scadenti (ovviamente c’è l’eccezione) che non dovrebber essere degne del culto a Dio. Ma lo capite? Il culto a Dio! Se non riserveremmo cose del genere a noi, perché le riserviamo a Dio?
La odio perché non è liturgica. È ovvio che chi propone questo tipo di canzoni non ha idea di quello che è la liturgia, delle sue esigenze e delle sue possibilità. Ecco perché sempre è stato proposto come modello il canto gregoriano, un repertorio che è perfettamente adeguato alla liturgia perché nato con la liturgia. Questo dovremmo ben tenere in mente quando si sceglie musica per la liturgia.
La odio perché non è pop. Ricordo un mio amico, molti anni fa, che mi faceva osservare come il problema di questa “musica” è che non è neanche musica pop di qualità. Almeno fosse quello, non andrebbe bene ugualmente per la liturgia, ma almeno si apprezzerebbe lo sforzo fatto (erroneamente) per Dio. Ma no, neanche quello, vengono offerte queste canzoni melense e disarticolate per quel popolo liturgico che poi neanche le canta e, se le canta, lo fa a scapito della sua anima.